13 Agosto 2020 amministratore-CGIE-3 Area Stampa
Schiavone: Si va al voto, italiani all’estero esclusi?
La Corte costituzionale ha confermato la validità dell’election day nei giorni 20-21
settembre 2020. La preoccupazione del Cgie di vedere gli elettori ed elettrici italiani
residenti all’estero esclusi dal voto referendario per la brevità dei tempi e per la crisi
sanitaria in molti Paesi al mondo. Occorrono garanzie e trasparenza.
La Corte costituzionale ha confermato la validità dell’election day nei giorni 20-21
settembre 2020 bocciando i 4 ricorsi per separare il referendum costituzionale sulla
riduzione dei parlamentari dalle elezioni amministrative, regionali e suppletive in due
collegi parlamentari.
Nella circoscrizione estero i cittadini italiani aventi diritto di voto sono 4,5 milioni.
Mancano una ventina di giorni dall’invio dei plichi elettorali da parte dei Consolati e
delle Ambasciate italiani.
LA CRISI SANITARIA
Al di là della tempistica di ricezione e trasmissione del materiale elettorale, che sarà
ridotta rispetto ai giorni previsti dalla legge ordinaria, siamo ancora in presenza dei
gravi problemi legati alla crisi sanitaria in America latina, nel continente nord
americano, in Sud Africa, in Australia e in Asia. Territori e cittadini dove vivono milioni
di elettrici e elettori che l’odierna decisione rischia di escludere dalla reale
partecipazione.
La situazione diventa ancora più complicata perché nella circoscrizione estero non è
partita una campagna d’informazione e ancora nessuno conosce le modalità, gli
investimenti e gli strumenti per veicolare la comunicazione referendaria. La sola Rai
Italia è un segnale per abbonati alla pay tv, radio e giornali ad oggi non hanno
ricevuto materiale informativo.
AFFERMARE DIRITTI CIVILI E POLITICI
Fermo restando questa conventio ad excludendum, ci sono molte ragioni per ritenere
l’esito referendario non veritiero della volontà popolare. Ogni voto conta soprattutto
per i referendum confermativi.
Già oggi la rappresentanza parlamentare degli eletti all’estero è fortemente
sottorappresentata, non esprime la giusta proporzione dei 6,2 milioni di italiani
residenti fuori dal nostro Paese. Non mettere gli elettori in condizione di partecipare,
consapevoli delle loro scelte è uno sfregio alla democrazia.
Nella circoscrizione estero occorrono garanzie e trasparenza sulla gestione
dell’intera procedura referendaria, affinché il voto sia libero, partecipato ed
espressivo della volontà delle Comunità degli italiani residenti o temporaneamente
all’estero.
Il governo dovrà farsene carico e impegnarsi ad affermare lo stato di diritto e i diritti
civili e politici anche agli italiani all’estero.
Michele Schiavone
Segretario Generale CGIE