Monthly Archives

Febbraio 2017

  • 04.05

    L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE)
     

    L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), istituita con la Legge n. 470 del 27 ottobre 1988, è parte integrante dell’anagrafe italiana e contiene i dati di tutti i cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore a dodici mesi. È diritto-dovere di ogni cittadino italiano che si trasferisce per più di dodici mesi comunicare al Comune di ultima residenza e, entro novanta giorni dall’arrivo al Consolato/Cancelleria Consolare competente, l’avvenuto trasferimento. Il cittadino italiano con l’iscrizione all’AIRE ottiene il diritto di voto all’estero, può chiedere il rilascio/rinnovo dei documenti di identità (carta di identità e passaporto) ed esce dal sistema sanitario italiano, ovvero perde l’assistenza sanitaria di base in Italia, pur conservando quella per le emergenze ed il diritto, in alcuni casi, a ricevere cure mediche e ottenerne il rimborso (si veda il capitolo sanità).

    Le persone nate all’estero ma che hanno acquisito la cittadinanza italiana per nascita o le persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana all’estero devono ugualmente dare notizia all’AIRE della propria residenza. Non devono invece iscriversi all’AIRE coloro che si recano all’estero per soggiorni brevi o stagionali comunque di durata non superiore ai dodici mesi, i dipendenti di ruolo dello Stato in servizio all’estero e i militari italiani in servizio presso gli uffici e le strutture della NATO dislocate all’estero.

    Gli iscritti all’AIRE sono tenuti a informare il Consolato competente di trasferimenti di Paese, cambio di indirizzo, modifiche dello stato civile (nascite, matrimoni, divorzi). Chiunque, avendo obblighi anagrafici, contravviene alle disposizioni della legge n. 1228 e n. 470 è soggetto a sanzioni pecuniarie amministrative, così come previsto dalla Legge 30 dicembre 2023, n. 213. Per l’iscrizione all’AIRE o la variazione di indirizzo è possibile caricare la documentazione direttamente sul portale FAST-IT, lo strumento istituzionale interattivo creato per i cittadini italiani all’estero (link: https://serviziconsolarionline.esteri.it/ScoFE/index.sco) o in alternativa, inviare la richiesta a mezzo posta (raccomandata di preferenza).

    Gli elettori italiani residenti all’estero e regolarmente iscritti all’AIRE possono altresì votare per l’elezione dei rappresentanti dei COMITES – Comitati degli italiani all’estero, purché siano residenti nella circoscrizione consolare da almeno sei mesi alla data delle elezioni.

    Cancelleria Consolare dell’Ambasciata d’Italia
    Ufficio AIRE
    5-7, rue Marie Adélaïde
    L-2128 Luxembourg

    Tel. (+352) 44 36 44 – 1 / (+352) 44 36 44-334

    ambasciata.lussemburgo@esteri.it
    consolare.lux@esteri.it
    aire.lux@esteri.it

    https://amblussemburgo.esteri.it/it/

  • 04.04

    Attestazione di soggiorno permanente
     

    Dopo 5 anni di residenza continua sul territorio lussemburghese si ottiene il diritto al soggiorno permanente per sé e per i membri della propria famiglia, ed è possibile richiede una attestation de séjour permanent (attestazione di soggiorno permanente). La domanda deve essere inoltrata per iscritto con l’apposito modulo (in francese, tedesco o inglese) e allegando i documenti richiesti alla Direction Générale de l’immigration du Ministère des Affaires Intérieures.

    Ministère des Affaires Intérieures Direction Générale de l’immigration – Service des étrangers
    26, route d’Arlon
    L-1140 – Luxembourg
    Adresse Postale B.P. 752 L-2017 Luxembourg
    Grand-Duché de Luxembourg
    (+352) 247-84040

    immigration.public@mai.etat.lu
    https://maint.gouvernement.lu/fr.html

  • 04.03

    Studenti e altre categorie
     

    Negli altri casi, studenti o cittadini che soggiornano volontariamente in Lussemburgo, si deve dimostrare di avere risorse sufficienti per non diventare un onere per l’assistenza sociale: redditi di vario tipo, conti bancari, regolari versamenti sul conto bancario o la prise en charge (presa in carico)

    La cifra minima mensile di cui deve disporre l’interessato è considerata il salario minimo in vigore. La prise en charge è un documento con cui un garante, residente in Lussemburgo, si impegna nei confronti di uno straniero e lo Stato del Lussemburgo a coprire le spese di soggiorno, le spese mediche (per tutta la durata del soggiorno) e le spese di rientro dallo straniero.

    Necessaria per studenti e inoccupati è inoltre la prova di affiliazione all’assicurazione sanitaria.

  • 04.02

    Lavoratori dipendenti e autonomi
     

    Per i lavoratori dipendenti è necessario presentare una attestazione di lavoro o il contratto di lavoro (datato e firmato da entrambe le parti) o una promesse d’embauche o lettre d’engagement (lettera di promessa di assunzione), documento che riporta i dettagli del contratto di lavoro – tipologia di impiego, salario, durata del contratto e data di assunzione – che il datore di lavoro si impegna a offrire al lavoratore (datata e firmata da entrambe le parti). I lavori di durata oraria ridotta e accessori (meno di 10 ore a settimana) non sono considerati sufficienti per acquisire la condizione di lavoratore dipendente.

    Il lavoratore autonomo e il libero professionista devono presentare una autorisation d’établissement (autorizzazione all’esercizio dell’attività) che autorizza all’esercizio della professione o l’abilitazione all’esercizio di una professione regolamentata (si veda in proposito il capitolo lavoro, riconoscimento professionale) o la licenza di commercio. Si consiglia di consultare la pagina di accesso alle professioni/autorizzazione di commercio sulla guida amministrativa dello Stato del Lussemburgo.

    https://guichet.public.lu/

  • 04.01

    L’arrivo nel Granducato del Lussemburgo – il diritto di soggiorno
     

    Soggiorno di durata inferiore ai tre mesi

    Per i soggiorni di durata inferiore ai tre mesi non vi sono formalità da adempiere, l’unica condizione richiesta è il possesso di un documento di identità valido (carta di identità o passaporto).

    Soggiorni di durata superiore ai tre mesi

    Per i soggiorni di durata superiore ai tre mesi il cittadino italiano deve presentare una déclaration d’arrivée e ottenere una attestation d’enregistrement, queste pratiche si svolgono presso il Comune lussemburghese di residenza.

    Il cittadino deve presentare entro 8 giorni dal suo arrivo sul territorio lussemburghese una déclaration d’arrivée (dichiarazione di ingresso nel Paese) presentando un documento in corso di validità (carta di identità o passaporto), l’atto di matrimonio/PACS e gli atti di nascita dei figli.

    Il cittadino deve quindi richiedere, entro i tre mesi dall’arrivo, una attestation d’enregistrement (attestato di registrazione) nel Comune di residenza.

    L’attestation d’enregistrement è rilasciata immediatamente e gratuitamente presentando un documento valido (carta di identità o passaporto) e la documentazione che attesti il rispetto di una delle seguenti condizioni:

    • Esercire un’attività come lavoratore dipendente o lavoratore autonomo;
    • Disporre, per sé stesso e i propri familiari, di risorse sufficienti per non diventare un onere per l’assistenza sociale, e di una assicurazione sanitaria;
    • Essere iscritto in un istituto di istruzione accreditato pubblico o privato nel Granducato di Lussemburgo per seguire un corso di studi o una formazione professionale. Anche in questo caso si dovrà dimostrare di disporre di risorse sufficienti per sé e per i propri familiari per evitare di diventare un onere per l’assistenza sociale, e dell’assicurazione sanitaria.

    L’attestation d’enregistrement riporta i dati del richiedente e il luogo di residenza. In caso di cambio di residenza l’aggiornamento deve essere effettuato entro otto giorni. In caso di smarrimento della attestation d’enregistrement deve essere effettuata una denuncia alla polizia per poter richiedere il nuovo documento.

  • 01.03

    Le due guerre mondiali
     

    Nel 1914 il Lussemburgo è invaso dalle truppe tedesche, le autorità lussemburghesi protestano ma mantengono il loro posto osservando una rigorosa neutralità nei confronti delle parti in conflitto.

    A guerra conclusa la granduchessa Marie-Adelaide, accusata di aver scelto una soluzione di accondiscendenza rispetto all’occupante, abdica in favore della sorella Charlotte mentre è indetto un referendum (il primo a suffragio universale maschile e femminile) sulla forma di Stato – monarchia o repubblica – e sull’orientamento economico del Paese dopo l’uscita dallo Zollverein. La popolazione vota per la monarchia e in favore di un’unione economica con la Francia.

    L’unione economica, a causa del ritiro della Francia dalla trattativa, è poi conclusa con il Belgio nel 1921: nasce l’Union économique belgo-luxembourgeoise (UEBL). Negli anni Venti e Trenta si susseguono fasi di crisi e ripresa economica.

    Il Lussemburgo, a livello europeo, partecipa a Ginevra ai lavori della costituenda Società delle Nazioni ma ribadisce la sua neutralità. Nel maggio del 1940 le truppe tedesche invadono nuovamente il Paese, la granduchessa Charlotte e il governo lussemburghese partono in esilio e si schierano con gli Alleati.

    L’annessione al III Reich, l’istituzione di un’amministrazione civile tedesca, l’obbligo dell’uso esclusivo del tedesco, una forte propaganda e altre iniziative, segnano la volontà dei nazisti di attuare una politica di germanizzazione forzata della popolazione lussemburghese.

    Dal 1942 i giovani lussemburghesi vengono arruolati a forza nella Wehrmacht mentre nel Paese si sviluppa, come in altri territori occupati, un movimento di resistenza. Nello stesso anno avrà luogo uno sciopero generale nazionale, represso nel sangue dai nazisti.

    Il Granducato sarà liberato il 10 settembre 1944 dalla III armata del Generale USA Patton, che subito dopo libererà Bastogne assediata dai nazisti e li sconfiggerà, ponendo fine alla Battaglia delle Ardenne.

  • 04.00

    Introduzione
     

    Qualsiasi cittadino dell’Unione europea (UE) e i suoi familiari, se cittadini dell’Unione europea, hanno diritto alla libertà di circolazione all’interno dell’UE, che dà loro, a determinate condizioni, il diritto di lavorare e risiedere in qualsiasi Paese Membro.

    Il cittadino italiano che arriva in Lussemburgo è pertanto tenuto, secondo la durata del soggiorno, a rispettare alcune regole riguardo la dichiarazione di residenza, le risorse per il proprio mantenimento, il lavoro, etc. Le medesime regole si applicano a tutti i cittadini degli altri Paesi dell’Unione Europea e degli Stati aderenti alla Associazione Europea di Libero Scambio (AELS/EFTA): Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Confederazione svizzera.

    Per tutte le questioni concernenti il soggiorno in Lussemburgo e trattate in questo capitolo si rinvia, per maggiori informazioni, alla guida amministrativa dello Stato del Lussemburgo, sezione Immigration: https://guichet.public.lu/fr/citoyens.html disponibile in francese, tedesco e inglese.

  • 01.02

    L’indipendenza nel 1839
     

    Nel 1830 la rivoluzione belga conduce alla creazione di un regno del Belgio separato dai Paesi Bassi, il territorio francofono del Granducato è amministrato dal nuovo regno belga mentre la fortezza del Lussemburgo è controllata dai Paesi Bassi.

    Infine, con il trattato di Londra del 19 aprile 1839 inizia il percorso di costruzione di uno stato indipendente, sono quindi fissati i confini che in seguito non verranno più modificati.

    Una carta costituzionale presentata nel 1841 e tre costituzioni successive (1848, 1856 e 1868) formano la base istituzionale per il giovane Stato e garantiscono ai cittadini i diritti e le libertà fondamentali.

    Il sistema politico scelto è quello di una democrazia rappresentativa sotto la forma di una monarchia costituzionale. Comincia a costituirsi in questa fase il sentimento nazionale, si scrivono canzoni patriottiche e si sviluppa una letteratura in lussemburghese.

    Dopo il trattato di Londra del 1839, il Granducato di Lussemburgo resta legato ai Paesi Bassi attraverso la connessione dinastica alla casata Orange-Nassau e alla Germania per l’adesione alla Confederazione germanica e l’adesione nel 1842 allo Zollverein – l’unione doganale tedesca.

    Dalla seconda metà del XIX secolo, il Paese registra una forte crescita economica grazie alla scoperta di depositi di minerali ferrosi, allo sviluppo delle connessioni ferroviarie – necessarie per importare carbone/coke ed esportare minerale di ferro e prodotti finiti – e all’espansione dell’industria metallurgica-siderurgica.

    Inizia sul finire di questo secolo un importante fenomeno migratorio che da questo momento in avanti caratterizzerà, a fasi alterne, la storia lussemburghese; la componente italiana, tanto alla fine del XIX secolo, quanto in seguito nel XX secolo e ancora oggi, è rilevante nel numero come nell’apporto sociale e culturale (si veda in proposito il saggio sull’immigrazione italiana).

    Nel 1867, un anno dopo la fine della Confederazione germanica, a seguito di una crisi tra Francia e Prussia, viene proclamato lo statuto di neutralità del Lussemburgo: l’ultima guarnigione prussiana lascia il Paese e la fortezza di Lussemburgo viene smantellata.

    Nel 1890, alla morte di Guglielmo III, termina la linea dinastica Orange-Nassau e con essa il legame con i Paesi Bassi: la corona granducale passa al ramo Nassau-Weilburg, il cui primo esponente è il granduca Adolfo.

  • 01.01

    La storia in breve – La costituzione del Granducato
     

    La costituzione del Granducato

    Il nome del Lussemburgo (Lucilinburhuc) appare per la prima volta nel 963 quando il conte Sigefroi acquisisce dall’abbazia Saint-Maximin di Treviri una struttura fortificata su uno sperone roccioso che domina la valle dell’Alzette, conosciuto come il “Bock”.

    Il territorio della contea del Lussemburgo si sviluppa nei secoli seguenti arrivando, alla fine del XIII secolo, ad occupare una vasta area estesa tra la Mosa e la Mosella. Nel 1308 il conte Enrico VII è eletto re dai principi elettori di Germania e nel 1312 incoronato imperatore del Sacro Romano Impero a Roma.

    In seguito, la casata del Lussemburgo porterà ancora tre volte la corona reale e imperiale (Carlo IV 1355-1378, Wenceslas II 1378-1400, Sigismond I 1411-1437). Nel 1354 Carlo IV del Lussemburgo eleva la contea a ducato, la dinastia del Lussemburgo si estingue però nel 1451 alla morte di Elisabeth de Goerlitz.

    Inizia una fase complessa in cui il controllo del ducato del Lussemburgo, posizionato al centro dello scacchiere europeo con la città-fortezza di Lussemburgo come punto di forza, è conteso da diverse casate.

    Conquistato nel 1443 dal duca di Borgogna diventa una provincia dei Paesi Bassi; quindi, è dominato dagli Asburgo di Spagna (XVI e XVII secolo) e dagli Asburgo d’Austria (XVIII secolo), con un breve periodo di dominazione francese tra il 1684 e il 1697.

    Nel 1795 le armate rivoluzionarie francesi entrano a Lussemburgo e il ducato è annesso alla Francia divenendo il « Département des Forêts ».

    Nel 1815 al Congresso di Vienna viene deciso di creare un grande regno dei Paesi Bassi accanto alla Francia. Il Lussemburgo, elevato al rango di granducato, è teoricamente indipendente ma legato da unione dinastica personale a Guglielmo I d’Orange Nassau, re dei Paesi Bassi e Granduca di Lussemburgo.